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mercoledì 9 novembre 2011

mostra FOTOGRAFANDOCI


I
MPERDIBILE
Fino all’ 11 Dicembre al Vittoriano c’è un pezzo della nostra storia raccontata attraverso gli scatti dei fotografi ANSA.
Le immagini coprono un periodo che parte dagli anni ‘40 fino ai giorni d’oggi.
Divise per decenni, le foto alternano alla memoria momenti drammatici come il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse a momenti di gioia collettiva come la mitica partita Italia – Germania 4 a 3. Per ogni decennio è stato scelto un ritratto della personalità femminile che maggiormente caratterizzò quel particolare periodo, campeggiano quindi enormi i volti della Magnani, della Levi Montalcini, della Iotti, vere icone dello spessore dell’universo femminile forse un po’ offuscato dall’imperante “olgettinismo” degli ultimi tempi. A tal riguardo non si possono omettere le immagini delle miss anni ‘50 in posa davanti a Castel Sant’Angelo, splendide nel pudore di quei costumi così accosciati eppur così sensuali a dispetto dei moderni tanga brasiliani “sbatti- culo in faccia”.
Vorrei segnalare tre foto che ho trovato particolarmente incisive, la prima ritrae cardinali e vescovi in occasione dei funerali di Papa Giovanni Paolo II, la ieratica sacralità dell’evento è sconvolta da una folata di vento improvvisa ed è tutto uno svolazzare di mantelline rosse che fa sorridere e che riporta il clero ad una dimensione più umana. La seconda foto che mi ha colpito è sempre molto contemporanea e raffigura i lavori per la costruzione di un tunnel per il TAV. Il nuovo che avanza ricorda paradossalmente tantissimo il primo film di fantascienza “Metropolis” (del 1927!!), con questa enorme elica che campeggia al centro della scena con i minuscoli operai nella proporzione di formiche laboriose che bucano montagne nel nome del progresso. La terza foto riprende Benigni e Troisi che parlano sul set di “Non ci resta che piangere”, un film che resta una pietra miliare nella comicità della commedia italiana con due grandissimi protagonisti che non avremo più la fortuna di rivedere insieme.
Andare a vedere questa mostra fotografica fa bene allo spirito, ti fa sentire più italiano nel bene e nel male, le immagini ti restituiscono le storie di cui chi è della mia generazione ne ha solo sentito parlare (ma allora Badoglio è esistito davvero!!) e ricordano fatti importanti e frivoli che hanno contribuito alla costruzione della nostra identità.

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