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mercoledì 6 aprile 2011

Intervista ad Alessandro Anemona

Con il mese di Aprile conosciamo meglio Alessandro Anemona, un fotografo alla ricerca delle tante sfaccettature che un corpo nudo può esprimere, dalla grazia eterea all'inquietitudine del vivere moderno.

1) Quando hai scoperto la fotografia? e come sei diventato fotografo?

Ho iniziato a fotografare da piccolo, volendo imitare mio padre. Ma per parecchio tempo la fotografia è stata solo un gioco, dal 2004 è diventata una necessità… Purtroppo non posso dire di essere un fotografo, non è il mio lavoro e non gli dedico tutto il tempo che vorrei, di sicuro però per dedicargli almeno il tempo che si merita sono un pò di anni che dormo molto poco.

2) Ritrai maggiormente corpi di donna; cosa cerchi tra le forme femminili?

La fotografia per me è un modo di esprimere un’idea, un mio punto di vista o una mia paranoia, ho qualche difficoltà ad esprimermi a parole e trovare un escamotage visivo per dire quel che penso mi affascina. Il corpo umano è “l’oggetto” più duttile che conosco per poter esprimere qualsiasi concetto, da un pensiero astratto a cose molto concrete. Il corpo femminile è perfetto, perchè ha in se sia la forza che la dolcezza, può essere spaventoso o ammaliante, etereo o molto terreno. Purtroppo, ultimamente, il corpo nudo di una donna è concepito, nella comunicazione di massa, solo per trasmettere un messaggio erotico, cosa che, morale e rispetto a parte, mi sembra un enorme spreco di potenzialità.


3) Come reagiscono davanti al tuo obiettivo le modelle che ritrai?

Il rapporto che si crea con la modella è una cosa davvero particolare. Ho cominciato a ritrarre amiche e da subito è successa una cosa curiosa, durante le sessioni fotografiche mi hanno raccontato cose di loro che pur conoscendoci da anni non mi avevano mai detto; mi rendo conto che sembra un pò retorico, ma effettivamente si mettono a nudo in tutti i sensi.

4) Cosa o chi ti ispira maggiormente?

Mah, almeno qui mi permetto una forte dose di egocentrismo…quasi sempre parto da me, sensazioni, turbe  e cose del genere, fin’ora il materiale non mi è mai mancato…

5) Sei il tipo di fotografo che insegue un'immagine che hai nella testa o è
l'immagine che ti viene incontro mentre fotografi?

Quasi sempre parto da un idea precisa, la disegno su carta e poi cerco di convincere la modella che la posa che ho in mente è anatomicamente possibile. Alcune volte dopo ripetute cadute, testate a terra e crampi vari sono costretto ad ammettere che ha ragione lei e quella posa non si può fare.

6) Oggi i fotografi sono supportati da una tecnologia che apre la strada ad
infinite possibilità, eppure ci sono fotografi tenacemente legati alla
tradizione della camera oscura che mai sostituirebbero a photoshop. Tu come
ti rapporti a queste due realtà?

Non sono un purista della macchina fotografica, credo che l’importante è avere qualcosa da dire, poi qualsiasi mezzo è lecito. Uso Photoshop, francamente senza sensi di colpa, non amo il fotoritocco pesante, ma solo per una questione di gusto. Di solito non modifico i corpi delle modelle, uso il ritocco solo per nascondere o accentuare ombre e luci. Ci sono però molti artisti davvero bravi nell’uso del ritocco digitale.


7) Qual è la critica più costruttiva che tu abbia mai ricevuto?

Non ne ricordo una in particolare, ma la sensazione che dà ogni critica è curiosa. Io ho in mente un’ idea e cerco di tradurla in un immagine, poi una persona arriva, guarda la foto, e comincia a dirmi una serie di impressioni o idee che secondo lui quella foto trasmette, cose completamente diverse da quello che volevo dire io. Il fatto buffo è che spesso quelle idee vanno bene per quello scatto, mi trovo d’accordo con quella persona e mi tocca dire spesso, “toh, non ci avevo pensato”, di un qualcosa che ho fatto io. Adoro quando succede.

8) Che strade si aprono ai fotografi che vogliono trasformare la loro
 passione in professione?

Mi piacerebbe tanto saperlo. Io faccio un altro lavoro che mantiene il fotografo e conosco molti altri artisti che fanno lo stesso. E’ molto, molto difficile che la passione diventi una professione.

9) A che progetto stai lavorando attualmente?

Ho una mostra il trenta aprile a Cortona, in Toscana e sto concludendo due serie che presenterò in quell’occasione. Il tema che mi affascina di più è quello del doppio che ognuno di noi ha dentro di sé. Ho realizzato varie serie su questo tema, “fotografandolo” da vari punti di vista e credo di non aver ancora concluso l’argomento.