Giulia, sei pittrice, scultrice e coreografa, cominciamo dalla pittura:
i tuoi quadri rappresentano paesaggi eterei, ma allo stesso tempo materici.
Spiegaci la tua visione del mondo e della tua pittura.
La mia Pittura si colloca nello
strato più profondo della mia ricerca artistica.
Infatti si differenzia
dall’approccio “fisico” e impulsivo che ho con la Scultura, la sento a contatto
con uno strato emotivo molto complesso….
È un’ emanazione continua di impulsi che hanno a che fare con la memoria, il
sogno e la mia visione “pura” della Pittura. Le immagini emergono
dall’interiorità per posarsi sulla tela dopo una lunga riflessione e
un’attenzione estrema alla composizione dello spazio e del tonalismo… Mi
interessa ricercare il contrasto tra la leggerezza che l’immagine e il colore suggeriscono attraverso la
rappresentazione di paesaggi tra il
sogno e la realtà, e la matericità del quadro resa con sfondi-collage e con una
Pittura in alcuni punti molto densa e in altri diluita. Per me la Pittura è un
mezzo per evadere, per sospendere il tempo e lo spazio ed ascoltare noi stessi.
La Scultura mi consente di liberarmi delle lunghe meditazioni che a volte
precedono e accompagnano la realizzazione di un quadro.
Qual è stato finora il tuo percorso artistico?
Il Percorso Artistico è iniziato
presto. Negli anni trascorsi all’Accademia la mia Pittura era molto legata
all’aspetto formale, allo studio dello spazio e del colore a discapito dei
contenuti.
Con il tempo sono riuscita credo a
eliminare la rigidità, pur conservando l’attenzione per l’aspetto compositivo,
attraverso un lavoro di sottrazione e
l’uso del colore in dissolvenza, che mi ha consentito di esprimere la
mia interiorità.
Anche con la Scultura ho avuto
delle evoluzioni importanti, lo studio accademico mi ha resa sicura nelle
tecniche ma negli ultimi anni sto sperimentando molto, anche con materiali
nuovi. I soggetti invece sono rimasti invece legati alla figurazione femminile.
Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine?
Continuare a lavorare a 360 °,
cercando di creare una sinergia totale tra le Arti come ho cercato di fare con
la mia Mostra Fluidoessenza, il mio primo tentativo di unire il mio amore per
le Arti visive a quello per la Danza.
Le tue coreografie sono arte in movimento, pittura e scultura si
fondono sul palco. Come nasce una coreografia? Cosa esprimono?
Il mio Lavoro di Insegnante e
Coreografa è iniziato nel 2002, ha sempre viaggiato in parallelo alla mia
ricerca nelle delle Arti visive. Come Insegnante
ho sempre lavorato trasmettendo le basi della danza Classica, che ti consente
di spaziare in ogni stile avendo una padronanza eccezionale del proprio corpo….
Mi piace in una coreografia
trasmettere la pulizia e il rigore del classico per poi rompere gli equilibri
dando al corpo la libertà di abbandonarsi a movimenti non convenzionali,
lasciando che la musica sia fonte di ispirazione .
A maggio hai realizzato una splendida mostra presso lo Studio Artistico
Evasioni, dal titolo Fluidoessenza. Com'è nata l'idea?
La Mostra è un progetto che nasce
dalla volontà di unire più linguaggi che si fondono per esprimere l’essenza
di processi introspettivi. Insieme
alla curatrice Togaci, che ha creduto da
subito a questo progetto, abbiamo deciso di coniare una parola che contenesse il concetto di un moto
continuo verso la parte nascosta delle cose, che si riferisse al processo
inevitabile di qualcosa di “liquido”, che penetra ed arriva fino in profondità
per poi tornare indietro, a suggerire un ciclo infinito.
Lo splendido allestimento è parte integrante delle opere in mostra,
vero?
Si, in realtà le Sculture
facevano parte di una installazione, erano presenze che abitavano un microcosmo
in cui centrale era la Natura, il suo battito. Attraverso la collocazione di
rami, foglie e tronchi e giocando con le ombre ho creato un ambiente
incontaminato, dove la natura compiva il suo ciclo in sinergia ed armonia con
l’essere umano.
Il percorso espositivo partiva dalle sculture per completarsi nella
proiezione del video. Qual è il legame?
L’installazione iniziava con dei
rami che correvano lungo la prima parete, innescati in un bassorilievo in
terracotta che proseguiva con delle
ombre proiettate. La figura emerge appena per iniziare il proprio viaggio. Il
testo (e non il titolo!) che accompagnava la prima fase di questa esperienza,
esprimeva al meglio il suo significato:
“Sono altrove,
sono dove immagino
di essere,
dentro e fuori dal
mio corpo e volteggio in altri luoghi.
Luoghi di cui sento
l’odore, il suono, il respiro….
Mi abitano e si
concedono
Luoghi in cui mi
perdo per ritrovare il senso delle cose…
di me insieme alle
cose.”
Lo sguardo proseguiva poi sulla seconda parete, coperta di
rami . Nel cespuglio era collocata una figura per metà in alto rilievo e per
metà tridimensionale. Il processo introspettivo, in simbiosi con la natura, è
in stato avanzato e emerge dalla propria coscienza… più il viaggio dentro noi
stessi è profondo più l’anima esce in superficie e si può vivere in sintonia
con il mondo :
“Il vento mi scuote,
mi abbandono al suo passaggio e il suo dolce respiro diventa il mio.
Tutto mi tocca
Tutto mi trapassa
Tutto mi riempie e
mi abbandona.
Rimango immobile e
distante, sento il battito di un’energia
che risuona ,
sospesa in luoghi
immaginati mi impossesso di questa forza .
Sento il suo
frenetico arrivare, tutto diventa battito, ora.
La terra è polvere
e si deposita sulla mia corteccia, la penetra,
riempe il mio
corpo, contenitore di vibrazioni perpetue”.
Il video completa e rende più esplicito il messaggio.
Inizia con la proiezione di una sfera bianca che simboleggia il mondo e quella
della mio corpo, lontane tra di loro. La iniziale staticità del corpo sta ad
indicare la posizione di partenza rispetto al viaggio che sto per compiere.
Il desiderio di appartenenza mi spinge a cercare dentro me
stessa un equilibrio e attraverso la mia proiezione in paesaggi naturali riesco
pian piano ad alzarmi, poi a muovermi attraverso una danza
lenta e costante, fino ad arrivare al congiungimento con la
sfera, alla mia rinascita… :
“Avanzo, attraverso
strade
Il viaggio è il mio
cammino
Sono i miei passi,
il mio passaggio.
Desiderio di luoghi
incontaminati, di purezza.
Il corpo è veicolo
di sensazioni che questo meraviglioso viaggio suscita, simbolo di una RINASCITA
possibile.”
Il riferimento costante all’acqua
nel video, completa il ciclo della natura presente nell’installazione.
Che materiale utilizzi per le tue sculture?
Ho cominciato lavorando con
l’argilla ed il gesso, tecnica tornata in occasione della mia ultima Mostra,
nell’ultimo anno mi sono accostata ad un materiale fonte di ispirazione, il
tufo.
Arthur Bloch, nella Legge di
Murphy del 2000, ha scritto “Scultura è quella roba cui vai a sbattere in
un museo quando fai due passi indietro per guardare meglio un quadro”. Cosa ne
pensi?
Beh non sono d’accordo
ovviamente! Anzi, penso che la Scultura abbia il dono speciale di rendere
un’opera viva…. L’impressione che ho sempre quando ne finisco una è quella di aver assistito ad un miracolo.
Segnaliamo
anche il link del trailer del video di Fluidoessenza :