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martedì 22 febbraio 2011

Mostra SHEPARD FAREY (OBEY)


SHEPARD FAREY (OBEY)
A private collection
Mondo Bizzarro Gallery
Via Reggio Emilia, 32 c/d


Frank Shepard Fairey è un artista del South Carolina, che passa da una iniziale passione per lo skateboard alla creazione dei primi stickers caratterizzati dalla foto di Andrè The Giant (famoso lottatore di wrestling) e la scritta “Obey” (obbedisci) per poi diventare “Obey Giant” e tappezzare ogni muro della sua città. Diventa famoso con il ritratto di Barak Obama per la campagna elettorale, caratterizzandolo con i colori dell’America e le scritte “Hope” e “Progress” e consacrando l’immagine del futuro presidente degli Stati Uniti in una vera e propria icona, sulla scia di Andy Warhol.
La personale  presentata presso Mondo Bizzarro Gallery, prima mostra in Italia dedicata ad Obey, è assolutamente da visitare. Le serigrafie esposte coinvolgono subito il visitatore grazie alla scelta cromatica di forte impatto visivo: il contrasto dei colori rosso/nero non ti abbandona per tutto il tempo della visita.
Si percepisce  nel linguaggio grafico l’ispirazione alla propaganda sovietica del ‘900, di sapore costruttivista, dove l’illustrazione era utilizzata come strumento di persuasione e propaganda per fare leva sui sentimenti dei vari strati della popolazione. Giunge, infatti, con una straordinaria forza anche il messaggio di Obey, che passa da figure riempite di decorazioni, che non disturbano l’insieme, a grafiche essenziali, realizzando una felice sintesi tra rappresentazione e scelta cromatica.

Mostra visitata il 19 febbraio 2011
Raffaella Aresu

domenica 20 febbraio 2011

Mostra di ZAELIA BISHOP

ZAELIA BISHOP
Il terzo inverno. Brevi racconti sul naufragio
A cura di Francesco Paolo Del Re
Galleria Ingresso Pericoloso
Via Capo d’Africa, 46 (Roma)

Il nome della Galleria Ingresso Pericoloso si comprende solo quando ci si reca a visitare una mostra in questo particolare spazio espositivo, che si trova in via Capo d’Africa 46. Non saremo proprio noi a svelare la particolarità dell’appellativo, mentre ciò che possiamo manifestare apertamente è l’ammirazione per Zaelia Bishop, giovane artista romano che s’impone con tutta la forza evocativa della sua arte.
I protagonisti delle sue opere si affacciano timidamente in fotografie d’epoca, memorie sbiadite di epoche ormai lontane, che prendono nuova vita grazie all’uso del collage ed interventi artistici con diverso materiale, trasformandosi in assemblage e fantastiche chimere di una realtà altra. Non si può fare a meno di rimanere affascinati da questo mondo popolato di personaggi misteriosi senza tempo, per capire poi  che è proprio il tempo il vero protagonista di questa esposizione.
Entrando alla mostra, si avverte un’atmosfera di sospensione, che ti accompagna nel viaggio, o meglio, nel “naufragio”, che vuole raccontare l’artista, fino a giungere nella “stanza inaspettata”. Si tratta di un ambiente le cui pareti sono completamente ricoperte di matite sporgenti, apparente minaccia per il visitatore poiché dopo l’impatto iniziale di forte inquietudine, ci si rende conto che le matite non possono far male perchè sono bruciate e innocue. Entra in gioco, quindi, un’altra componente emotiva, quella della fragilità, che pervade questa installazione site specific.
In realtà tutta la mostra è caratterizzata da una sensazione di inquietante dolcezza che porta ad un’intensa riflessione sulla fugacità del tempo.

Mostra visitata il 17 febbraio 2011
Raffaella Aresu