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martedì 13 dicembre 2011

Realismi sovietici al Palazzo delle esposizioni


Volete vedere una mostra davvero sorprendente?
 Fino all’8 gennaio ci sarà l’opportunità di visitare al Palazzo delle Esposizioni la mostra “Realismi socialisti. Grande pittura sovietica 1920-1970”, organizzata in occasione del programma di scambio culturale Italia-Russia.
In un certo senso questa grande esposizione tende a sfatare il mito del Realismo Socialista come forma univoca di espressione di regime e mostra anzi come, nel tentativo di recuperare stili e linguaggi della storia dell’arte europea, si sia dato luogo ad un variegatissimo caleidoscopio espressivo attraverso cui si prestava però maggiormente attenzione alla sostanza del messaggio ideologico.
Vediamo così nelle prime sale dell’esposizione uno schieramento di artisti “arruolati” dal regime che  pongono, seppur con stili diversi, attenzione soprattutto all’esaltazione dell'eroe socialista. Ciò che si richiede in particolare all'arte in quel momento è di essere comprensibile alle masse  concentrandosi essenzialmente sulla “poesia del lavoro” e sulla cultura fisica: atleti e nuotatori campeggiano maestosi su tele di notevoli dimensioni così come operai e contadini assurgono una stazza di imponente e preponderante fierezza.
Ma proseguendo nel percorso cronologico dell’allestimento, si nota un sostanziale mutamento di temi e sentimenti: l'arte diviene un riflesso della realtà, spesso privo di connotazioni politiche e capace di riflettere la vita anche al di fuori dell'ideologia. Campeggiano sui muri ritratti dai volti non monumentalizzati  ma più umani, non in chiave eroica ma di pietas, come il magnifico ciclo “Bruciati dal fuoco di guerra” di Gelij Korzev, dove i primi piani a fortissimo impatto emotivo aprono una riflessione sulle ferite più psichiche che fisiche inferte dalla Seconda Guerra Mondiale.
Le immagini  dell’ultimo periodo presentato cancellano definitivamente l'esaltazione del collettivismo e l'euforia tipici dello stalinismo, lasciando spazio a una concentrazione sull'individuo e conseguentemente sulla sua interiorità e sulle sue questioni più personali ed intime, a volte anche fallimentari; temi sostanzialmente scomodi per un regime totalitario che puntava sull’immagine dell’ottimismo e della forza ad ogni costo.
Non bisogna quindi farsi sfuggire l’occasione di conoscere un importante spaccato della storia dell’arte che sorprenderà al di là di ogni aspettativa.

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