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giovedì 1 dicembre 2011

Artista del mese: Francesco Bancheri


      Come sei arrivato al collage?

Non ci sono dovuto proprio “arrivare”, il collage è una tecnica che mi ha sempre stimolato, in alcuni lavori precedenti l’ho spesso usata anche se non in modo cosi assiduo e quasi totalizzante.
Sono passato per varie contaminazioni tra carte e colori e per il momento la composizione cromatica attraverso il mezzo della carta è la tecnica che più mi appaga.

Cosa ti attrae di questa tecnica?

A livello “tecnico” può sembrare un lavoro non istintivo, molto costruito e ponderato, e a volte si presenta tale anche nello svolgimento, ma nella maggior parte dei casi è un lavoro intuitivo che nasce da colori, storie, immagini da accorpare in modo, non dico irrazionale, ma sicuramente istintivo.
Io non incollo tutta la carta, lavoro quasi esclusivamente con i quotidiani che sfoglio, taglio e assemblo. Nell’ iter della lavorazione mi faccio un’idea di cosa succede, di quale auto vendono, di chi gioca domenica e di chi spara ed a chi. I giornali sono una fonte inesauribile di attualità, rimangono il mezzo più “romantico” dell’informazione moderna ed è giusto continuare a farli vivere vista la ricchezza di spunti di “contemporaneo” che possono fornire.
Le opere finite che si costruiscono di “ritagli di oggi” vogliono essere realmente intrise di contemporaneità, cercando di far avvicinare chi guarda l’opera ad un concetto visivo diverso da quello rappresentato dai media.
Trasformare, insomma, un’arma di disturbo di massa in una tenue e accogliente presenza del presente.

Francesco, in realtà sei un artista che non si chiude in una sola direzione, ma ama spaziare. Realizzi anche opere che partono da fotografie sulle quali poi intervieni con il colore. Cosa provi in questi casi, dove c'è più improvvisazione rispetto al collage?

Sicuramente è un altro tipo di lavorazione, si parte dalla fotografia, e, nonostante possa sembrare un’improvvisazione, anche qui la scaletta è ben costruita e poco o nulla è lasciato al caso.
In realtà la parola improvvisazione non descrive il mio modo di lavorare, ma per quanto ho visto in giro non fa parte del modo di lavorare di nessuno; chi sembra improvvisare è perché possiede in sè il gesto, non so se mi sono spiegato, se un artista improvvisa 10 volte farà 10 lavori simili o quanto meno riconducibili alla sua mano, potremmo forse chiamarla esperienza o gesto.

Quali sono i soggetti che preferisci? Perchè?

Mi è capitato di rispondere a questa domanda più volte e alla fine ho pensato e detto ogni volta qualcosa di diverso; in realtà mi interessa ciò che in quel momento mi “interessa”: sono passato da birilli a pecore; da sottomarini a ritratti; da ballerine a biliardini e musicassette…
Posso dire che mi interessano tutti i soggetti ma in momenti differenti, mettiamola cosi…
Ad interessarmi realmente sono le icone che in quel momento mi sembrano efficaci a trasmettere il messaggio che ho in mente.

Ci sono dei progetti che hai lasciato in sospeso? O hai terminato tutto ciò che hai iniziato?

Ho tantissimi progetti in sospeso…
                                                                         
C’è un artista che ammiri particolarmente?

Ce ne sono tantissimi, se devo dirti un nome il primo che mi passa per la testa è Man Ray.

Hai visitato qualche mostra interessante negli ultimi tempi? O credi che ci sia qualche mostra da vedere?
Ultimamente ho visitato la mostra di Rodchenko ed è sicuramente da vedere.

Perchè è importante continuare a "fare arte"?

“Fare arte” e “vedere arte” sono necessità per tutti i popoli ed è importante “fare arte” anche per quei popoli ai quali è negato questo diritto.
Scrivere, dipingere, recitare, suonare, fare film, fotografare… insomma fare Arte!
Sicuramente se domani per assurdo il mondo artistico scomparisse se nulla di quanto sopra elencato fosse mai esistito avremmo sicuramente tanto in meno di cui parlare, e non è poco visto che ormai la maggior parte delle persone parla poco e sempre delle stesse cose e per lo più per bocca di altri.
A proposito quando c’è il derby?

Marcel Duchamp ha detto: “Mi sono costretto a contraddirmi per evitare di conformarmi ai miei stessi gusti.” Cosa ne pensi?

Duchamp è stato effettivamente capace di contraddirsi volontariamente e anche più volte, se questa voglia/coraggio colpisse ogni artista una volta tanto la nostra ricerca sarebbe sicuramente più ampia e sorprendente.


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