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martedì 1 maggio 2012

Artista del mese: Valerio Giacone



    Da dove nasce questa attenzione al materiale di recupero che utilizzi per realizzare le tue opere?
Non so da dove nasca. Sto studiando per capire perché sono arrivato a questo, perché faccio questo. Potrei nobilmente affermare che lo faccio per la mia spiccata sensibilità ambientale, verissimo; potrei dire che l'artista squattrinato, un pò Bohèmienne, preferisce dipingere su una porta trovata in discarica piuttosto che su una tela di fine lino da cento euro; potrei parlare di interessanti spunti creativi che il materiale recuperato fornisce. Tutte risposte valide, che do e che mi sono dato perché tutte in parte vere. Oggi il mio pensiero si evolve, la mia curiosità mi porta a considerare tanto altro e se L'Arte è la più alta espressione dello spirito incarnato in noi, in questo momento, per rispondervi, mi sento di citare Rudolf Steiner: "Il bello è l'ombra proiettata nello spazio dallo spirito. La bellezza diventa un essere vivente attraverso lo spirito creativo dell'artista".

    Possiamo definire la tue opere “pitto-sculture”? Sei un artista-artigiano?
Non credo sia importante porre un'etichetta ai miei lavori. C'è del colore e c'è della materia, sopratutto c'è tutto ciò che muove un essere vivente.
Non mi considero, contrariamente a quanto mi hanno detto, un artista-artigiano. Un artigiano, essendo un profondo conoscitore del proprio mestiere, un perfezionista assoluto, un pignolissimo riproduttore di una tecnica, avrebbe impiegato giorni e giorni a completare un lavoro come il mio. Io impiego poche ore a completare un'opera, a danno dei pazienti amici con cui lavoro, che puntualmente si ritrovano ad "aggiustare" i miei quadri sgangherati. L'aspetto artigianale, evidentemente, è la cosa che sopporto meno.

    Cosa è cambiato, secondo te, nel mondo dell'arte negli ultimi anni?
Vent'anni fa davo il primo bacio a una ragazza e non sapevo nemmeno chi fosse Caravaggio. Oggi ne so forse un pò di più, non quanto basta per risponderti in modo esauriente.

    E nei tuoi ultimi lavori? Si percepisce un mutamento.
Siamo in continua trasformazione. Pensa che ogni sette anni ogni cellula del nostro organismo, ogni tessuto, si rigenera, ci resettiamo totalmente; siamo alla ricerca di equilibri, moriamo e risorgiamo ogni giorno. Non posso pensare che un lavoro sia uguale al precedente.
Finalmente, nelle opere neo-nate, il pensiero si avvia al silenzio, il sentimento lascia che il gesto sporchi il ferro con superfici indefinite, lontane da vecchie rigide geometrie e da volontà di rappresentazione esasperate. Mi libero da maschere che non accetto più e lascio che il cuore esca fuori dal petto e getti colore ovunque. Oggi è così e il cambiamento, rispetto allo scorso anno, è evidente.

    Le tue creazioni sono condizionate dal materiale di cui disponi oppure la scelta è secondaria rispetto all'idea che hai già deciso di sviluppare?

Il supporto è quasi sempre funzionale all'opera. Per ottenere determinati effetti ho bisogno del ferro, in altri casi è necessaria la carta o altro. Il soggetto che andrò a dipingere può essere già in testa o nascere dal nulla, o meglio dall'azione.

    Ami molto la rappresentazione urbana, ma ti confronti anche con la figura umana..di fondo però si percepisce sempre un tormento esistenziale..

Credo che per percepire qualcosa devi conoscerla quella cosa. Non saremmo in grado di percepire l'odore del pane caldo se il nostro olfatto non lo ri-conoscesse ogni volta. Lo stesso vale per le emozioni che la nostra anima ci trasmette attraverso i sensi. Se tante persone vedono il tormento esistenziale è perché quelle stesse persone vivono o hanno vissuto quel mal de vivre . Ad altre persone arriva silenzio e serenità. Personalmente, avendo scelto di vivere, e non di esistere (citando il buon Silvano Agosti), cerco di godere a pieno di questo miracolo stupendo in qualità di essere sulla terra e di ringraziare per ogni giorno che Dio mi regala.

    A quando la prossima mostra?

Il 12 maggio ci sarà l'apertura della mostra "Alle origini, il fuoco" nella galleria Spazio 120 a Roma, mentre il 23 giugno, ad Heidelberg, in Germania, inaugurerà "Metamorfosi romane".







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