Da dove nasce questa
attenzione al materiale di recupero che utilizzi per realizzare le
tue opere?
Non so da dove nasca. Sto
studiando per capire perché sono arrivato a questo, perché faccio
questo. Potrei nobilmente affermare che lo faccio per la mia spiccata
sensibilità ambientale, verissimo; potrei dire che l'artista
squattrinato, un pò Bohèmienne, preferisce dipingere su
una porta trovata in discarica piuttosto che su una tela di fine lino
da cento euro; potrei parlare di interessanti spunti creativi che il
materiale recuperato fornisce. Tutte risposte valide, che do e che mi
sono dato perché tutte in parte vere. Oggi il mio pensiero si
evolve, la mia curiosità mi porta a considerare tanto altro e se
L'Arte è la più alta espressione dello spirito incarnato in noi, in
questo momento, per rispondervi, mi sento di citare Rudolf
Steiner: "Il bello è l'ombra proiettata nello spazio dallo
spirito. La bellezza diventa un essere vivente attraverso lo spirito
creativo dell'artista".
Possiamo definire la
tue opere “pitto-sculture”? Sei un artista-artigiano?
Non
credo sia importante porre un'etichetta ai miei lavori. C'è del
colore e c'è della materia, sopratutto c'è tutto ciò che muove un
essere vivente.
Non
mi considero, contrariamente a quanto mi hanno detto, un
artista-artigiano. Un artigiano, essendo un profondo conoscitore del
proprio mestiere, un perfezionista assoluto, un pignolissimo
riproduttore di una tecnica, avrebbe impiegato giorni e giorni a
completare un lavoro come il mio. Io impiego poche ore a completare
un'opera, a danno dei pazienti amici con cui lavoro, che puntualmente
si ritrovano ad "aggiustare" i miei quadri sgangherati.
L'aspetto artigianale, evidentemente, è la cosa che sopporto meno.
Cosa è cambiato,
secondo te, nel mondo dell'arte negli ultimi anni?
Vent'anni
fa davo il primo bacio a una ragazza e non sapevo nemmeno chi fosse
Caravaggio. Oggi ne so forse un pò di più, non quanto basta per
risponderti in modo esauriente.
E nei tuoi ultimi
lavori? Si percepisce un mutamento.
Siamo
in continua trasformazione. Pensa che ogni sette anni ogni cellula
del nostro organismo, ogni tessuto, si rigenera, ci resettiamo
totalmente; siamo alla ricerca di equilibri, moriamo e risorgiamo
ogni giorno. Non posso pensare che un lavoro sia uguale al
precedente.
Finalmente,
nelle opere neo-nate, il pensiero si avvia al silenzio, il sentimento
lascia che il gesto sporchi il ferro con superfici indefinite,
lontane da vecchie rigide geometrie e da volontà di rappresentazione
esasperate. Mi libero da maschere che non accetto più e lascio che
il cuore esca fuori dal petto e getti colore ovunque. Oggi è così e
il cambiamento, rispetto allo scorso anno, è evidente.
Le tue creazioni sono
condizionate dal materiale di cui disponi oppure la scelta è
secondaria rispetto all'idea che hai già deciso di sviluppare?
Il supporto è quasi
sempre funzionale all'opera. Per ottenere determinati effetti ho
bisogno del ferro, in altri casi è necessaria la carta o altro. Il
soggetto che andrò a dipingere può essere già in testa o nascere
dal nulla, o meglio dall'azione.
Ami molto la
rappresentazione urbana, ma ti confronti anche con la figura
umana..di fondo però si percepisce sempre un tormento
esistenziale..
Credo che per percepire
qualcosa devi conoscerla quella cosa. Non saremmo in grado di
percepire l'odore del pane caldo se il nostro olfatto non lo
ri-conoscesse ogni volta. Lo stesso vale per le emozioni che la
nostra anima ci trasmette attraverso i sensi. Se tante persone
vedono il tormento esistenziale è perché quelle stesse persone
vivono o hanno vissuto quel mal de vivre . Ad altre persone
arriva silenzio e serenità. Personalmente, avendo scelto di vivere,
e non di esistere (citando il buon Silvano Agosti), cerco di godere a
pieno di questo miracolo stupendo in qualità di essere sulla terra e
di ringraziare per ogni giorno che Dio mi regala.
A quando la prossima
mostra?
Il 12 maggio ci sarà
l'apertura della mostra "Alle origini, il fuoco" nella
galleria Spazio 120 a Roma, mentre il 23 giugno, ad
Heidelberg, in Germania, inaugurerà "Metamorfosi romane".
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